Foro di Cesare, Roma
25 ottobre 2009 – 15 gennaio 2010
La mostra dell’artista tedesco Stephan Balkenhol, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma, è incentrata su un dialogo tra archeologia e arte contemporanea, attraverso un filo rosso di matrice simbolica che collega scultura e architettura. Un corto circuito che permette al pubblico di rileggere un luogo, quale il Foro di Cesare, altamente significativo nella storia di Roma.
Al centro del Foro, tra le colonne del Portico e il podio del tempio di Venere Genitrice, nello stesso luogo che ha ospitato la spirale luminosa di Mario Merz e le sculture di metallo di Tony Cragg, Balkenhol colloca sempre più, la scultura più grande che abbia mai realizzato: il torso di un uomo alto sei metri e scolpito nel legno di cedro, che si inserisce come unica presenza umana in un contesto di rovine, assumendo una forza di impatto visivo straordinaria. Intorno alla scultura, un mucchio di monete di metallo, per simboleggiare il lusso sfrenato dell’Impero Romano.
Ideale prosecuzione di una pratica curatoriale avviata da Ludovico Pratesi nel 1999 con la prima edizione della collettiva Giganti ai Fori Imperiali, e proseguita con la mostra Incontri alla Galleria Borghese nel 2002, l’opera di Balkenhol costituisce un’ulteriore tappa del dialogo tra antico e contemporaneo, che nella città di Roma assume un rilievo particolarmente significativo.