Museo Ara Pacis, Roma
22 febbraio – 27 aprile 2008
Dopo quasi 10 anni dalla Round House di Londra (1999), dal 22 febbraio al 27 aprile 2008 Mimmo Paladino e Brian Eno rinnovano la loro collaborazione in un’esperienza artistica unica ed inedita, creata appositamente per gli spazi del Museo dell’Ara Pacis a Roma. La mostra/evento, “Brian Eno e Mimmo Paladino. Opere per l’Ara Pacis”, a cura di Achille Bonito Oliva, Federica Pirani, e James Putnam è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma ed è organizzata da Zètema Progetto Cultura su progetto di Valentina Bonomo Roma. Mimmo Paladino nel Museo dell’Ara Pacis, sede permanente del grande mosaico visibile dal Lungotevere Flaminio, “segna” le superfici del Museo e fornisce all’osservatore un nuovo punto di vista dal quale confrontare l’architettura di Richard Meier con la sua ricerca ricca di contaminazioni. Brian Eno, musicista, creatore dell’ “Ambient music”, videoartista, dopo essere stato, dagli anni Sessanta e Settanta tra i principali protagonisti della musica inglese d’avanguardia, continua a mantenere un ruolo di primo piano nella ricerca di un rinnovamento del linguaggio dei suoni. Lungo questo percorso Eno ha elaborato, negli ultimi anni, un complesso progetto creativo, che l’artista definisce “musica visiva” (generative music), in cui il suono si fonde all’immagine, attraverso una sofisticata combinazione di tracce realizzate sfruttando le inesauribili potenzialità della tecnologia informatica. «Tra Paladino e Brian Eno scatta un cortocircuito di sensibilità complementare – scrive Achille Bonito Oliva nel suo saggio Ara Artis che comparirà sul catalogo della mostra/evento (editore Gli Ori, Prato) – dove il primo porta con sé tutta la tradizione occidentale che corre dalla scultura longobarda, gotica, barocca per arrivare alle avanguardie storiche e l’altro a sua volta porta una sensibilità legata ad una storia della musica concreta che da Cage si immerge in una tradizione orientale del suono. Sembra in tal modo che l’intreccio Oriente-Occidente abbia la capacità di liquefare l’immagine nella musica, e che a sua volta il suono si concretizzi nell’iconografia.» L’opera creata da Paladino si compone di vari elementi: una grande scultura di forma circolare ispirata ad uno strumento di misurazione della prospettiva di Paolo Uccello accoglie all’entrata il visitatore; nello spazio più raccolto dell’edificio, proprio sotto il monumento dell’Ara Pacis, è installato un “Treno” lungo 35 metri, oggetto modulare, composto da vagoni in cui sono inserite altre opere, come un ossario di forme antropomorfiche tra ferro e terracotta.; al centro della sala una nicchia contiene una figura umana in bronzo sulla cui schiena spuntano dei rami: le pareti interne della zona centrale sono affrescate con pitture a carbone semplici segni, tipici stilemi dell’artista. Un’altra sagoma alberata con rami che si allungano per circa 4 metri emerge dalla parete esterna del vano centrale. Due grandi tele completano l’insieme. Brian Eno interviene con la sua installazione sonora: la musica si diffonde attraverso radio portatili disseminate nello spazio; nella parte centrale, in particolare, il suono scaturisce dal soffitto nel quale il compositore ha collocato delle strutture di altoparlanti da lui progettate. In questo modo il visitatore ascolterà suoni diversi a seconda del suo spostamento nell’ambiente.