GIUSEPPE PULVIRENTI “TRADEMARK SP”

02/04/2020

Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto. 2018

30 giugno – 29 luglio 2018

Achille Bonito Oliva: “Se la scultura è un genere che vuol essere perdonato, Giuseppe Pulvirenti riesce nel suo intento. Evitare l’ingombro ed esaltare il suo accesso nella dimensione della Forma. L’opera depurata da ogni intento celebrativo o puramente descrittivo di una realtà funzionale, elevata invece a Spazio smaterializzato e consegnata al tempo della contemplazione e della riflessione.”

 

Gianluca Marziani, curatore della mostra, scrive che “Giuseppe Pulvirenti comprime il mistero profondo della scultura nei suoi volumi sintetici e silenziosi. Azzera l’ornamento per agire sulla colonna vertebrale della dimensione plastica, sul limbo alchemico tra l’uovo di Piero e il moloch di Kubrick. Le sculture come attivatori di senso che si trasformano in piccole casseforti inaccessibili, vertebre di materia compatta senza porte d’accesso in superficie.”   

Pulvirenti conduce lo spettatore verso la pura riflessione, sottolineando come tutte le forme, anche le più misteriose, siano insite nella mente umana. Scopo dell’artista è catturarle dal profondo e renderle fatti iconici, soffermandosi sull’ambiguità dei volumi, sulle potenzialità allusive dell’oggetto-scultura cui va aggiunta la scelta di titoli quasi sempre enigmatici. Un’arte che assume funzioni metafisiche, per esplorare il mistero di forme archetipiche e universali.

In occasione della mostra a Palazzo Collicola Arti Visive, Pulvirenti espone due opere in bronzo e una in gesso. Le due sculture in bronzo, “Cruna Quadra” e “Cruna Tonda”, entrambe del 2018, saranno appoggiate fra il pavimento e la parete per dare un senso fisico di transitorietà. Entrambe le sculture sono firmate, in maniera evidente, con le iniziali del nome – GP – e l’anno di esecuzione, così come accaduto con le opere della precedente serie Trademark, esposte a marzo 2018 nella Galleria Valentina Bonomo di Roma. Anche oggi Pulvirenti ha giocato con l’idea di oggetti seriali, imprimendo nel bronzo lettere e numeri che distolgono l’attenzione dalla pura piacevolezza estetica.

La mostra è allestita nella sala dedicata ad Alexander Calder, lo scultore che a Spoleto creò il “Teodelapio”, capolavoro onirico di 18 metri in altezza, collocato dal 1962 davanti alla Stazione. In sintonia con il lavoro di Calder, l’opera in gesso “Senza titolo”, sempre del 2018, sarà appoggiata sul pavimento, proprio come accadeva coi famosi Stabiles del maestro americano. Un dialogo a voce silenziosa che è un omaggio radiante alle vertigini surreali di Calder, ai suoi dilemmi geometrici, al cortocircuito spaziale, all’idea di una bellezza ricostituita.

Trademark di ieri diventa oggi TRADEMARK SP, dove le due lettere richiamano la città di Spoleto ma anche il logo d’autore di GP con le sue alchimie misteriose in forma di scultura